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Presepe

Presepe

S.Michele, Oreno 2014

Il nome Betlemme, in ebraico, significa “casa del pane” perchè in quella zona della Giudea si coltivava il grano. Il pane non era considerato come oggi un cibo di accompagnamento, per la maggior parte della gente era l’alimento basilare e poter mangiare significava vivere.

Betlemme è la casa dove si mangia, dove c’è la speranza che il pane dona per vivere. Ecco perchè Dio ha scelto queso luogo per farci nascere Gesù: voleva subito farci capire che suo Figlio veniva sulla terra, in mezzo a noi perchè gli uomini potessero mangiarlo, potessero vivere.

Gesù si definisce come “il pane vivo disceso dal cielo”, è un dono che Dio ci ha preparato perchè possiamo vivere. Un dono prezioso per la vita, come il pane. Gesù è un pane, un amico che non si accontenta di starci vicino, ma vuole fare tutt’uno con noi, come una mamma che porta dentro di sè la vita del suo bambino.

Ecco perchè Gesù ha detto ai suoi discepoli: “mangiate, questo è il mio corpo”. Nell’ultima cena Gesù inventa un modo con cui gli uomini possono fare comunione-unione, comunione con lui.

A Messa ni facciamo memoria dell’ultima cena di Gesù e chiediamo di donarsi ancora a noi perchè possiamo nutrirci di lui, fare comunione con lui, mangiando il pane eucaristico.

A Messa si rinnova il miracolo di Betlemme: la Chiesa è la casa del pane perchè lì Gesù si dona a noi, si lascia mangiare per entrare in noi, nella nostra vita.

Dio si fa presente nella vita degli uomini, si incarna nella nostra vita ogni volta che noi lo “mangiamo”, cioè lo accogliamo dentro di noi.

Nella composizione sull’altare abbiamo ripreso anche la buona notizia del Vangelo di Giovanni:

E il Verbo si fece carne e ha piantato la sua tenda in mezzo a noi (Gv 1,14).

Ancora una volta ci è detto che Gesù viene per rimanere sempre con noi, vuole condividere la nostra vita, cammina accanto a noi e non ci lascia soli, è un amico fedele.