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Lettera ai parrocchiani

Carissimi

grazie per gli auguri che mi avete inviato e anche per avermi incoraggiato a non temere di invadere la vostra privacy.
In effetti, come sempre viviamo una forte contraddizione, da un lato siamo in clausura, qualcuno dice agli arresti domiciliari, ma dall’altro non abbiamo tempo per rimanere in silenzio perché i mezzi di comunicazione ci tengono continuamente in relazione con tante persone.
Sento il bisogno di starvi vicino, perché anche questa “situazione diventi occasione per il progresso e la gioia della vostra fede”. Non dimentichiamo che questo era il programma pastorale di questo anno suggerito dal nostro vescovo Mario.

E’ iniziata una nuova settimana e c’è chi lavora da casa, chi invece si reca come sempre sul posto di lavoro. C’è chi ha dovuto sospendere il lavoro ed è preoccupato per il futuro. Chi è lontano dai genitori anziani, chi è preoccupato per la loro salute.
Non ci sono mai le condizioni ideali per pregare.

Don Cristiano cerca di mantenere viva la relazione con i ragazzi attraverso i video (sono pubblicati anche su questo sito) poi so che attraverso i messaggi di whatsapp girano tante riflessioni.

Ritengo però utile non rinunciare a fare la fatica di concentrarsi, di meditare e di scrivere almeno una breve riflessione personale per vincere un altro terribile virus, vera pandemia del nostro tempo, la superficialità.

Come vi ho scritto il giorno di Pasqua, prego perché non ci accontentiamo di ricominciare senza apportare cambiamenti, se non quelli che ci verranno imposti, senza far tesoro di ciò che abbiamo imparato a vedere di nuovo, a riconoscere importante, per poter vivere in modo nuovo, diverso.

Sento il bisogno di scrivervi ancora per dirvi di trovare il tempo per leggere, riflettere, pregare.

Non so se avete seguito la Messa in televisione, più importante è però aver letto il vangelo sottolineando una parola, una frase da custodire con voi lungo la settimana, perché come un seme possa crescere e portare frutto.
Il semplice ascolto rischia di far dimenticare in fretta-seccare il seme della Parola.
Ancora più bello e importante è poi arrivare a scambiarvi un pensiero in famiglia.
Non potendo partecipare alla Messa, incominciate a fare questo esercizio di preghiera, questa liturgia domestica.
Per vincere la pigrizia, per aiutarvi a superare la sensazione di non essere capaci

Apro la strada e vi lascio i miei pensieri che sono, come sempre, sul tavolino in fondo alla chiesa e anche su Comunità Orenese e nella raccolta delle omelie sul sito della parrocchia.

Ogni giorno celebro l’eucarestia, prego perché stiate tutti bene e perché lo Spirito Santo che ci prepariamo a festeggiare a Pentecoste ci dia la forza, la fantasia di risorgere e non semplicemente di ricominciare.
Prego perché impariamo a vivere meglio anche la nostra vita spirituale per tornare a celebrare la Messa insieme, ancor più numerosi di prima, ma soprattutto, a celebrarla meglio, preparandoci ogni volta e non accontentandoci diandare in chiesa.

Un abbraccio e il mio incitamento forte per incominciare a pensare, a fare, poi, ci muoveremo.

don Marco