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Don Marco: Lettera ai parrocchiani

Ho terminato il trasloco! E’ stato un lavoro duro non solo perché affrontato con il caldo di agosto e al termine di un anno pastorale, ma perchè per la prima volta ho dovuto drasticamente ridimensionarmi e quindi la fatica è stata anche emotiva. Ho dovuto infatti separarmi dai libri su cui avevo studiato alla facoltà di medicina e quelli di teologia del tempo del Seminario. Nei precedenti due trasferimenti si è trattato di un semplice trasporto, perché gli spazi ampi della casa a San Simpliciano prima e a Oreno poi, mi hanno messo nelle condizioni di conservare tutto quanto con gli anni inevitabilmente si accumula.

Questa volta ho dovuto arrendermi alla necessità di rinunciare anche a tanti piccoli ricordini che ho custodito a lungo come segni di affetto. Ho pensato allora di donarli attraverso l’operazione Mercatino.

Grazie a Jose e alla sua squadra che li ha valutati e messi in bella mostra, la loro esperienza decennale nell’organizzare la pesca di beneficenza ha reso meno penoso per me il distacco.

Ce n’è per tutti i gusti… e così con una offerta libera potete aiutare la Parrocchia a sostenere le spese per rendere decorosa la casa che ospiterà don Eugenio.

Non è questione solo di fare bella figura, è un modo di dimostrargli affetto e vorrei che mi aiutaste nell’accoglierlo. Anche lui vive un distacco da una realtà che conosce verso qualcosa di nuovo, consapevole che è un momento di crescita.

E’ questo il motivo per cui rinuncio volentieri al regalo da parte della Comunità, o meglio destino volentieri quello che era per me alla Parrocchia che ho servito e amato con tanta passione.

Ancora una volta condividiamo  insieme l’impegno di costruire un futuro migliore a Oreno.

Il trasloco non è costato nulla grazie alla generosità di Dario, Carlo, Nello, Enzo, Marco, Paolo e Nabil. Tutti hanno dimostrato doti nascoste sia nella capacità di smontare i mobili (e anche di ricomporli), sia nella forza muscolare per trasportarli fino al terzo piano, insieme a qualche quintali di libri.

Grazie a Gianfranco che ha tagliato la libreria rendendo possibile adattarla ai muri più bassi della nuova casa.  Grazie a Marco, responsabile del magazzino Caritas, per averci imprestato il camion coperto e più nuovo di quello disponibile in oratorio.

Il grazie è soprattutto a coloro che hanno condiviso la vita pastorale rendendo possibile il cammino di rinnovamento verso una fede più matura.  Chi non fosse presente oggi a Messa potrà con calma leggere la riflessione proposta sul sito www.parrocchiaoreno.it e unirsi alla preghiera con cui vogliamo ringraziare Dio che ci ha fatto incontrare e consegnato gli uni agli altri come strumento per la nostra personale maturazione. Se stiamo soffrendo è perché abbiamo costruito legami, ora dobbiamo insieme riconoscere che tutto viene da Dio, nostro Padre e a lui dobbiamo dire il nostro grazie.

Avrei voluto salutare tutti ad uno ad uno, ma potrò solo mettermi alla porta della chiesa e offrire a ciascuno il gomito o un pugno come è consentito al momento presente dalle norme anticovid. Questo gesto così ridotto, come le limitazioni che ci impediscono di stare vicino agli anziani ricoverati nelle residenze ci aiuterà a ricordare la grande sofferenza del popolo afghano e in particolare delle donne costrette ad accettare una condizione di vita oggi inaccettabile, senza la possibilità di tante attività sociali, senza la gioia che dona la musica, senza la libertà di costruire il loro futuro.

A tutti chiedo di continuare a guardare con fiducia al futuro perché il Signore ci ama ed è fedele alla sua promessa di adottarci come suoi figli, siamo noi che spesso lo dimentichiamo.

In questi giorni per me di vacanza e per don Eugenio di trasloco, andrà ad abitare provvisoriamente in via Valcamonica, finchè i lavori dei muratori sono terminati, i frati garantiranno la Messa quotidianamente secondo l’orario consueto, mentre don Massimo si è reso disponibile a celebrare eventuali funerali.

Don Eugenio inizierà il suo ministero a Oreno sabato 4 settembre con la Messa vigiliare

Ci sarebbero ancora tante cose da dire, alcune le trovate negli articoli del prossimo numero di “In cordata”, le altre le affidiamo alla preghiera, il Padre che vede nel segreto del nostro cuore, le ascolta e le esaudisce perché conosce anche i nostri bisogni. Andiamo in pace, mettiamoci “in cammino”.

Con tanto affetto e grande riconoscenza per quanto vissuto insieme

                                                                                                                           don Marco