Don Marco con voi,  In Evidenza

Lettera ai genitori

Carissimi
anche questa domenica si sta concludendo, vi lascio i pensieri che mi ha suggerito la vita dell’evangelista Marco (liturgia del 25 aprile), la Parola di Dio (omelia, 3adomenica di Pasqua), e le date di questa settimana, 75° anniversario della Liberazione, festa dei lavoratori, inizio del Mese di maggio (in Comunità Orenese).
Spero che abbiate pregato sul vangelo, aiutati da qualche Messa trasmessa, lo ripeto, più ancora che la trasmissione è importante l’esercizio di lettura personale, meglio se poi condiviso, sul Vangelo.

Da parte mia per aiutarvi vi lascio questa breve traccia.

Giovanni Battista parla di Gesù ai suoi discepoli, ma al contempo a sua volta dichiara di non conoscerlo, se non per opera di quel Dio che l’ha chiamato ad essere il precursore del Messia.
Ciascuno di noi è infatti sempre discepolo, nella situazione di imparare, e al contempo è anche strumento di evangelizzazione, con il compito di indicare ai più giovani, a chi ancora non conosce Gesù quanto abbiamo imparato conosciuto di Lui.

Non cadiamo nella presunzione di pensare che sappiamo già, ma neppure nell’errore di rimanere in silenzio, ritenendoci inadatti.
Abbiamo tutti una paternità-maternità spirituale da esprimere, perchè la vita dei figli sia resa più ricca, più piena.

La gente chiedeva a Giovanni Battista insieme al battesimo anche suggerimenti per cambiare vita; così in fretta la popolarità crebbe al punto che molti lo ritenevano il Messia. Giovanni mantenne sempre l’umiltà e continuò ad affermare che lui era solo uno che preparava la venuta di chi, venendo dopo, era più importante di lui, perché esisteva da sempre, era inviato da Dio.
Lo presenta come Agnello di Dio, cioè strumento della nuova Alleanza.
L’agnello sacrificato a Pasqua era infatti il pasto che celebrava la volontà di rinnovare l’Alleanza con Dio.

Il Signore conceda a tutti noi di darci da fare per il bene degli altri (in famiglia e fuori), conservando però l’umiltà di chi ha la consapevolezza di essere a servizio di Dio. Questa è la vostra vocazione matrimoniale e la mia sacerdotale. In modo diversi il Signore ci affida lo stesso compito, pur sapendo i nostri limiti, le nostre defezioni. Riconosciamo anche noi che chi compie grandi cose, chi rende fecondo il nostro lavoro generoso è lo Spirito Santo.

Lodiamo Dio, ringraziamolo per il dono che ci ha fatto con il battesimo, e chiediamo come pane quotidiano di far crescere in noi la gioia del vangelo, cioè siamo amati da Dio, malgrado la nostra risposta.

Con questa buona notizia
buona settimana

don Marco

Senza che diventi un compito, se vuoi farmi un regalo, scrivi quanto hai pensato, riporta il pensiero dei figli grandi o piccoli che siano, non è solo per vincere l’isolamento, ma è ancora più prezioso, è un modo per esprimere che ci aiutiamo l’un l’altro, che vogliamo coltivare una vera umanità nei nostri rapporti.

Grazie