Testimonianze

Dic. ’12: “Acqua nelle scarpe e stelle nell’animo”

Siamo tornati da un mese da Chacas e le emozioni di questa ulteriore esperienza peruviana sono ancora molto vive forti… è sempre molto difficile riassumere in poche parole ciò che portiamo nel cuore… ci proviamo!
Sicuramente questo periodo è stato sicuramente un regalo per la nostra vita e di questo ringraziamo il Signore perchè ci ha permesso, nonostante le fatiche, di ritornare ancora una volta in Perù. L’altro pensiero è insieme di emozioni e ricordi che si riassume con una frase di Victor Hugo: “Ho incontrato per strada un uomo molto povero, portava un vecchio cappello e un cappotto strappato… l’acqua gli entrava nelle scarpe e le stelle nell’Animo…”

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Tratto da “In Cordata” – Gennaio 2013

Ago. ’12: Visita al carcere della Giudecca

La Giudecca, il carcere della Giudecca, si presenta come una normale porta, seguita da piccoli scalini sormontati da una passerella di ferro ricoperta da un sottile tappeto rosso. Ma è quello che segue ciò che veramente mi è rimasto impresso quel pomeriggio del 9 Agosto quando, io e le mie compagne, stavamo aspettando di poter accedere all’interno della struttura.
Davanti a noi si stagliava il blindo che delimita la soglia tra prigionia e libertà, tra costrizione e cambiamento.. Ed ecco che dopo minuti di attesa, che a me sembrano interminabili, la porta si muove lenta e pesante e provoca sentimenti misti di oppressione, angoscia, ma soprattutto inquietudine e curiosità, perché davanti a me si schiude un mondo sconosciuto e spesso inquinato dal pregiudizio: quello delle donne del carcere.

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Tratto da “In Cordata” – Ottobre 2012

Mag. ’12: “Cresimandi a San Siro 2012”

Il ritrovo e’ per le 6.40 , siamo una settantina fra cresimate e cresimati, genitori, padrini o madrine. Ultimi avvisi e partenza. Il pullman ci lascia al Palasharp e via! A piedi fino a San Siro!…. “Il tuo popolo in cammino cerca in Te la guida…”

Le nostre pettorine sono blu e il nostro portabandiera Roberto sventola la Vela che ci guida fino allo stadio. Qui si incrociano cortei multicolor pronti a salire sulle gradinate. Anche le guide Loris Martina e Marina seguono il corteo accompagnando allegri i ragazzi. La nostra meravigliosa Suor Grazia col suo sorriso serafico e’ il nostro faro e ci guida fino ai nostri posti… “chiara luce che il cammino indica…”.

Ci sono anche alcune nonne che, a stare coi giovani, non lo sembrano nemmeno tanto . Le ragazze e i ragazzi del 2000 aspettano, cantando, fotografando e facendo la HOLA, l’arrivo del Papa, mi sembrano emozionati anche se tentano goffamente di mascherarlo . Ormai ci siamo, sta per arrivare! Prima però c’e’ il ricordo di Andrea un ragazzo del 2000 morto questo mese di leucemia. E’ un momento di grande commozione la lettura di una lettera dei suoi genitori.
Un boato accoglie Benedetto 16 (così sta scritto sulla maglia che gli regalerà alla fine un calciatore) e tutti i 70.000 si alzano in piedi , sventolando i fazzoletti gialli e bianchi. Il Papa fa il giro del campo e saluta i vari settori le urla si saranno sentite fino ad Oreno.

Il palco improvvisamente si trasforma nella prua di una barca e il campo verde diventa un mare pieno di pesci argentati “Pietro vai fidati di me getta ancora in acqua le tue reti…”.
Si passa dal boato ad un silenzio improvviso, un silenzio intenso, di preghiera. Il Papa ricorda i Sette Doni dello Spirito e il valore dei nostri Oratori, luoghi importanti di crescita.
Alcune di noi, dietro occhiali da sole, si commuovono visibilmente, l’emozione e’ grande.

Contribuiscono alla riflessione le preghiere di catechiste, educatori, genitori, ragazze e ragazzi. “Sei come il vento che gonfia le vele…” appare sul campo una barca a vela e una colomba. Dagli scatoloni, portati da tanti ragazzi di Milano, escono le bandiere dei paesi del mondo arrivati a Milano per le giornate Mondiali della famiglia.

Volano in alto palloncini bianchi e gialli e appare la scritta GRAZIE mentre lo stadio gioioso esplode in cori festosi “Beeee-nedetto BUM- BUM BUM –BUM”.
Stanchi, sudati e felici torniamo verso casa, c’e’ giusto il tempo di una foto di gruppo sui gradini della Chiesa di San Michele. Non serve la foto, questa giornata la porteremo nel cuore per sempre.

 

Tratto da “In Cordata” – Giugno 2012

Feb. ’12: “Storia di un pellegrinaggio a Medjugorje”

Quest’anno invece delle solite vacanze di Natale, mi sono unita ad un gruppo di Velasca (Loredana, Angelo, Mariarosa, Maria, Fausta ed Arnaldo) per partecipare ad un pellegrinaggio a Medjugorje organizzato da un’agenzia di Seregno, con circa un centinaio di persone. Vorrei condividere con voi la mia semplice esperienza ricca di incontri e tante testimonianze.

Dopo varie vicissitudini per passare le frontiere arriviamo a Medjugorje alle 14 del giorno 30 dicembre. E’ un paesino molto modesto. Ci rechiamo nel pomeriggio alle funzioni in Parrocchia. La chiesa è gremita. Partecipiamo al Rosario, alla S. Messa e all’adorazione. Passiamo in chiesa circa tre ore. C’è tanta gente che prega, tanti giovani con il rosario in mano. Ci accorgiamo subito che si respira aria di fede e ci accorgiamo che è bello pregare.

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Tratto da “Comunità Cristiana” – Febbraio 2012

Nov. ’11: “Riprendiamoci l’umano”

“È Natale, riprendiamoci l’umano. È il luogo in cui anche Dio ha voluto nascere.” (don Pierangelo Sequeri)

A Natale Dio ci ha lasciato come sua immagine, non un’immagine di carta, di stoffa o di pietra, ma un’immagine di carne: l’uomo. A Natale Dio ci lascia un impegno: custodire la sua immagine, occupandoci dell’uomo.
Per questo a Natale il Dio che si è fatto uomo chiede a ciascuno di noi di amare l’uomo, ogni uomo, nel servizio, nella cura, nella dedizione, nella giustizia, nella tenerezza, nella concretezza.
È impressa nel mio cuore la lettera che padre Renato ha scritto alla nostra comunità dopo l’alluvione in Liguria:

Alcuni bambini sfollati nei paesi limitrofi non vogliono più tornare per la paura!
Un giorno son andato per incontrarli in un albergo dove vengono radunati per salutarli, ma essendo usciti per una passeggiata, non potendo donare le caramelle ed i cioccolatini, allora per strada scartavo i dolci e li mettevo addirittura in bocca agli spalatori sporchi di fango fino ai capelli i quali mi dicevano scherzando che era come fare la comunione quel giorno, altri mi rispondevano “amen”. Insomma girando ho cercato di risollevare il morale portando oltre ai cioccolatini anche della buona grappa dicendo loro che era “spirito di-vino” per dare forza alle braccia per amore dei fratelli.”

Siamo chiamati a divenire per il mondo annuncio della divina tenerezza, perché in quella notte, in quell’ora, in quel minuto, tutto è cambiato.

don Mirko Bellora

Leggi l’intera lettera di padre Renato

Tratto da “Comunità Cristiana” e “In Cordata” – Dicembre 2011

“Riflessioni su Monterosso” – di don Marco – 11/12/11

Alcune foto dell’alluvione a Monterosso del 25/10/11

Ago. ’11: Giornata Mondiale della Gioventù 2011 – riflessioni dei partecipanti

Come ho comunicato al ritorno a Oreno al termine delle Messe di domenica 28 agosto, desidero ringraziare le famiglie, suor Grazia e tutti gli educatori che hanno lavorato in questi anni permettendo ai giovani di raggiungere una certa maturità che gli ha consentito di vivere questa importante esperienza di fede sia personale, che comunitaria. La cosa che più mi ha colpito infatti è stata l’autodisciplina dimostrata dai giovani in un clima di festa e in mezzo a tanti inevitabili disagi.

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Tratto da “In Cordata” – Settembre 2011

 

Altre riflessioni sulla Giornata Mondiale della Gioventù di agosto a Madrid: Leggi

Tratto da “In Cordata” – Ottobre 2011

 

Mag. ’11: St. Oyen 2011 – Seconda Media

Ecco cosa vuol dire davvero la parola COMUNITA’…
Comunità è stare insieme per due giorni senza esserci conosciuti prima. Comunità è, nonostante questo, non lasciarci vincere dalla timidezza e farsi avanti, mettersi in gioco. Comunità è stare seduti sull’erba, al fianco di un ruscello. Comunità è non accorgerci che ci stiamo bruciando mentre giochiamo e ci divertiamo sotto il sole. Comunità è raccoglierci in preghiera, tutti insieme, in 9 silenzio, nonostante la stanchezza. Comunità è aver vinto la paura, abbandonato i nostri comodi, essere venuti.
L’atmosfera che si respirava in quel week-end (9 e 10 Aprile) è qualcosa di raro da descrivere, difficile a dirsi. Non è facile trovare ragazzi che sanno vivere anche poche ore, come quelle che avevamo a disposizione, con una così intensa voglia di fare, ridere, gioire.
E senza che potessimo accorgercene abbiamo passato due giorni della nostra vita in modo vero, dando il giusto valore a ciò che facciamo: quasi senza notarlo siamo stati capaci di fare a meno della televisione, dell’ossessione del cellulare e di tutte quelle nostre abitudini che finiscono per non farci sfruttare davvero il tempo che solitamente abbiamo.
È servito a tutti. Dai più piccoli ai più grandi, ognuno di noi porterà nel cuore qualcosa di quei prati, di quella neve, di quel sole… e sarà come un sorriso, dentro di noi, che potremo ricordare ogni volta, quando il nostro quotidiano ci soffoca, quando le solite abitudini ci schiacciano.
Impegniamoci allora (perché questo è il nostro compito) a portare la montagna anche in pianura, nelle nostre case, tra la gente e gli amici che non sanno qual è stata la nostra fantastica esperienza: solo così continueremo ad essere una comunità, una comunità grande.

Un educatore di IIa media

Tratto da “In Cordata” – Maggio 2011

 

Apr. ’11: Gocce di solidarietà

Da alcuni anni, con la gestione del “Progetto Giunco” fortemente voluto, sostenuto e aiutato a crescere fino a qui da don Daniele, la parrocchia S. Maria Maddalena di Velasca collabora con l’Associazione Tejesol a Huacho in Perù, coordinata da don Ambrogio con l’aiuto di missionari e laici.
Anche nel 2010 i ricavi ottenuti dalla vendita di diversi oggetti artigianali, creati dalle donne di Huacho e Sayan che tessono il giunco riprendendo una tradizione locale, ci hanno permesso di inviare aiuti, oltre a don Ambrogio, al nostro Massimo che, pur essendo a Huacho, non segue l’Associazione Tejesol ma lavora con bambini e adolescenti; a padre Joseph in Uganda; ad Haiti, tramite un ragazzo che lavora sul posto, duramente colpita dal terremoto.
Inoltre come annunciato nel periodo pre-natalizio tutto il ricavato, ottenuto dalla vendita dei panettoni e cesti regalo, confezionati con prodotti di artigianato etnico del Sud del mondo e alimentari del Commercio Equo e Solidale, unitamente ai soldi raccolti con le iniziative di “Velascocco” (1.000 euro), è stato interamente inviato a don Daniele, che a breve potrà raccontarci della sua esperienza in Brasile, visto che a maggio sarà dalle nostre parti…

E ora passiamo ai dovuti ringraziamenti:

– a tutte le persone che, con un impegno non indifferente, si adoperano per importare, spedire, far conoscere e vendere gli oggetti artigianali, attraverso mercatini, stand e l’apertura ogni venerdì della piccola bottega situata in via De Amicis, nostro punto di forza nel confezionamento delle bomboniere per qualsiasi ricorrenza;
– alla cooperativa “Karibuny”, con cui è nata una bella amicizia e che ci da una grossa mano importando e rivendendo i prodotti in giunco nelle fiere, dandoci consigli e facendoci conoscere meglio il mondo equosolidale;
– a tutti i velaschesi che hanno e che continuano a sostenere il “Progetto Giunco”, ricordandosi che si permette così a tante famiglie un sostegno economico e un’adeguata condizione di vita con l’acquisto di questi prodotti, frutto del lavoro dignitoso e giustamente retribuito.

Siamo orgogliosi dei risultati fino a qui raggiunti, perché crediamo in quello che facciamo e la volontà di migliorare ci stimola a guardare sempre più avanti.

Gruppo Giunco

Tratto da “Comunità Cristiana” – Aprile 2011

 

Gen. ’11: Appartenere ad una comunità

Domenica 31 gennaio 2010 è stata la giornata dedicata alle famiglie. Con piacere ci siamo offerti di aderire all’iniziativa promossa dalle parrocchie di Vimercate di conoscere nuove famiglie della nostra comunità attraverso la condivisione di un pranzo e di una giornata in oratorio. L’iniziativa, anche se in apparenza sembrerebbe una cosa facile e leggera in realtà richiede alle persone coinvolte un certo sforzo per spingersi verso qualcuno che non si è scelto a priori.
Almeno per noi è stato così. Le differenze possono essere molte, soprattutto quelle superficiali (età, n. di figli, luogo di residenza, ecc..) ma le somiglianze e soprattutto le comunanze si scoprono solo attraverso la conoscenza e il tempo.
Questo per dire che la fatica iniziale è necessaria per poter arrivare ad uscire dal proprio guscio e soprattutto dall’idea che gli altri siano troppo diversi da noi e per questo desistere fin dall’inizio dall’impresa di conoscere un po’ meglio “l’altro”.
Noi sentiamo di appartenere a una comunità, e per questo ci sentiamo coinvolti e responsabili di quello che in questa comunità accade. Le comunità sono composte prima di tutto da persone e in secondo luogo da fatti. Per non cadere nell’errore di giudicare le persone anziché i fatti pensiamo sia più utile conoscere e farsi conoscere dagli altri. Almeno così si rischia meno di inciampare nel malinteso o incomprensione.
L’esperienza nel complesso è stata positiva. Per noi è stato un pomeriggio diverso e arricchente. Anche se non ci capiterà magari in futuro di frequentare quella famiglia a noi rimarrà in ogni caso un buon ricordo di loro. La parte più difficile pensiamo di averla affrontata.

Simona e Paolo Spoladori

Tratto da “Comunità Cristiana” – Aprile 2011

 

Dic. ’10: “ChierichettInsieme”

Prendete un oratorio e immaginatelo pieno di chierichetti! Per molti di noi questa non è stata soltanto immaginazione.
Sabato 30 ottobre all’oratorio di Velasca si è tenuto il primo incontro di formazione dei chierichetti di Ruginello e Velasca.
Come si dice, abbiamo fatto di una necessità una virtù. La necessità, coprire il “vuoto” lasciato da Salvatore nella preparazione dei chierichetti di Velasca; la virtù, siamo riusciti a ristabilire il legame tra i chierichetti di Velasca e Ruginello, che era nato già tre anni fa, grazie alle domeniche insieme organizzate periodicamente.
La serata è stata strutturata in maniera molto semplice. Noi responsabili: io, Cesare e… Salvatore, (in libera uscita!) abbiamo tenuto un breve momento di formazione sul servizio dei battesimi; a seguire un’ottima pizza insieme e per concludere una caccia al tesoro ad hoc per i chierichetti… che li ha portati ad un dolce premio!!
Una serata semplice trascorsa in allegria, instaurando nuove amicizie. Penso che la disponibilità e la collaborazione reciproca, dimostrate in questa occasione, possano essere d’esempio per le altre parrocchie della Comunità Pastorale. Velasca e Ruginello, nell’ultimo anno, hanno vissuto la nuova esperienza di comunità accumunate entrambe dalla perdita del parroco residente e forse per questo hanno incominciato a collaborare aiutandosi a vicenda in vari ambiti. È questo un buon segno, stiamo entrando nell’ottica della Comunità Pastorale!
Come in ogni finale che si rispetti è il momento dei ringraziamenti: a suor Bruna e suor Teresa che hanno aiutato i nostri chierichetti a risolvere i quiz più difficili della caccia al tesoro, a tutte le mamme e i papà che hanno reso possibile questa serata e naturalmente… a tutti i chierichetti!
Alla prossima!

Matilde Brambilla

Tratto da “Comunità Cristiana” – Dicembre 2010

 

Nov. ’10: La 2° festa degli oratori della Comunità Pastorale “Beata Vergine del Rosario” raccontata da Chiara di Burago

Il nove e il dieci ottobre si è svolta la festa di OratorInsieme, un evento nato l’anno scorso che si auspica diventi un appuntamento fisso nel calendario parrocchiale, vista l’importante funzione di aggregazione e condivisione che svolge. OratorInsieme infatti è una festa pensata per tutti gli adolescenti e i giovani (dalla seconda media alla quinta superiore) della nostra Comunità Pastorale, un momento in cui i ragazzi hanno la possibilità di sperimentare le dinamiche cui tutti sono abituati nei rispettivi oratori con un valore aggiunto: la convivenza, il confronto, lo stare insieme con i “vicini”.

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Ott. ’10: La scelta di Salvatore “Sasà”

Ciao a tutti,
sono Salvatore Colao; per gli amici Sasà. Molti di voi già mi conoscono, sono un ragazzo di 20 anni della parrocchia di S. Maria Maddalena in Velasca. Mi è stato chiesto di scrivere un breve pensiero per presentarmi e comunicare una bella scelta che sto per fare.

In parrocchia mi occupo principalmente di due cose.

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Ago. ’10: L’esperienza in Brasile di Chiara e Stefano

“Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo” (Gandhi)
“Non importa quanto si dà ma quanto amore si mette nel dare” (Madre Tersa di Calcutta)

Questi due concetti sintetizzano meravigliosamente l’esperienza fatta quest’estate in Brasile nei sobborghi di São Luís, nello stato del Maranhão.
Siamo partiti con l’obiettivo di aprirci alle persone più bisognose per arricchire e fortificare il nostro rapporto di coppia. Andare in missione in luoghi così remoti non significa voler salvare il mondo ma vivere una realtà molto lontana dalla nostra, comprendere i motivi e gli aspetti positivi di tanta diversità e tornare arricchiti dai sorrisi e dalla storia delle persone conosciute.

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Mag. ’10: “Viaggio senza stelle”

Quest’anno la scuola media “Don Z. Saltini” ha partecipato al progetto di Cigl e Cisl “Un treno per la memoria”, avente per destinazione Auschwitz e Cracovia, in Polonia. Per il progetto sono stati selezionati tre studenti delle classi terze. Noi siamo Eleonora e Beatrice, due di loro. Abbiamo deciso di condividere l’esperienza con la nostra parrocchia poiché i luoghi visitati, in particolare il campo di concentramento, devono farci riflettere su molti punti riguardanti la nostra fede e il nostro terrore per il “diverso”. Vi lasciamo, quindi, ad una nostra breve riflessione.

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Mar. ’10: “Cammin facendo… si fa Cammino”

Quante volte si è sentito dire: “La vita è un cammino…” moltissime! Troppe, a volte anche a sproposito… Poche volte però si è sentito dire: “Il cammino è la vita”, anche perché non è semplice, parlando, apporre la “C” maiuscola e le virgolette sulla parola “cammino”: la frase cambierebbe totalmente di significato…!: Il “Cammino” è la vita.

Tu che stai leggendo, probabilmente sarai incuriosito al riguardo, oppure già sei in un “Cammino” di ricerca.

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Feb. ’10: Ornella, missionaria in un lebbrosario del Brasile

Sono partita nel 1970 per il Brasile.
Erano gli anni dei primi movimenti e delle prime esperienze di volontariato missionario. Così lasciai Oreno con il desiderio di donare alcuni anni della mia vita ai fratelli, con il sentimento di voler condividere la gioia di essere cristiana con chi ancora non conosceva Gesù.
Non sapevo niente del mondo missionario, né immaginavo cosa avrei incontrato; ma l’entusiasmo era grande.

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Nov. ’09: “OratorInsieme” – La festa comunitaria degli oratori della nuova Comunità Pastorale “Beata Vergine del Rosario” raccontata da Giulia e Martina

Come simbolo concreto dell’unione delle sei parrocchie il 10 ottobre, tutti noi adolescenti, abbiamo partecipato ad una fiaccolata per i diversi oratori che compongono la nuova Comunità Pastorale “Beata Vergine del Rosario”. Insieme, con le nostre duecento bici, partendo da Burago, abbiamo portato la fiaccola a Ruginello, Vimercate, S. Maurizio, Velasca e infine, come ultima tappa, a Oreno. In ogni luogo toccato è stato acceso un braciere, simbolo della presenza di Gesù in mezzo a noi, attorno al quale, a turno, abbiamo condiviso momenti di preghiera e di divertimento che ci hanno aiutato a sciogliere le tensioni lasciando spazio a nuove amicizie.

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Ott. ’09: “Il cammino spirituale di Elisa”

Don Marco mi ha chiesto di scrivere un articolo con le mie riflessioni personali sul contributo umano e spirituale che ho ricevuto dalla mia esperienza di missione a Chacas. Ci ho pensato molto perchè non è facile esprimere il guazzabuglio di emozioni che si concentrano nel cuore in un ordine logico e cercare di dire qualcosa di interessante per chi legge… Ho pensato allora molto semplicemente di ripercorrere la mia vita con l’Ospedale di Chacas.. spero di non annoiarvi… nel caso girate pure la pagina senza troppi problemi!

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Apr. ’09: “Cambiare è possibile!” – Le Medie al SERMIG

Lo scorso 8 marzo i ragazzi di 2a e 3a media si sono recati al Sermig di Torino.
Un’esperienza del tutto nuova per entrambi i gruppi che hanno avuto la possibilità di affacciarsi su un’altra “finestra del mondo“ apparentemente lontana dalla loro. Dopo una breve presentazione dell’attività dell’Arsenale della Pace, prima luogo di fabbricazione di armi militari e poi divenuto centro di accoglienza per molti bisognosi, i ragazzi hanno partecipato alla Santa Messa animata dagli stessi giovani che sono coinvolti nella missione di pace dell’Arsenale.
Verso l’ora di pranzo siamo stati invitati al “Pranzo dei Popoli”: ognuno di noi corrispondeva ad una nazione. Dopo avere consegnato dei tozzi di pane ad ogni partecipante, riproducendo la distribuzione delle risorse nel mondo, abbiamo iniziato a pranzare; la cosa che è saltata subito all’occhio è stata la disomogeneità con cui è stato suddiviso il pane. Mentre tutto il gruppo avrebbe dovuto saziarsi con un minuscolo pezzo di pane solo 4 di noi (che corrispondevano a nazioni ricche) ne avrebbero avuto un cesto pieno. Ciò sta a dimostrare che nel mondo solo il 10% delle nazioni ha a disposizione oltre l’ 80% delle risorse mondiali. Tale realtà ci tocca più di quanto crediamo perché noi (paesi ricchi) gettiamo il cibo del nostro piatto quando la nostra pancia è piena senza pensare a coloro che con un piccolo pezzo di pane devono sopravvivere ad un’intera giornata.
Dopo essere stati a contatto con quest’unica esperienza abbiamo dato un concreto aiuto alla comunità suddividendoci nei vari gruppi di lavoro: chi smistava i cibi, chi i vestiti…tutto ciò da mandare alle basi del Sermig sparse per il mondo.
Riconoscere l’esistenza di questa realtà non è stato difficile perché è molto discussa al telegiornale, sui giornali, alla tv stessa, ma cercare di cambiarla non dovrà risultare ancora più complicato perché basta un po’ di impegno e buona volontà affinché tutti gli uomini abbiano le stesse opportunità per vivere. Ringraziamo di cuore tutti coloro che ci hanno sostenuto in questa esperienza portando i vari generi di necessità con i quali abbiamo riempito circa quaranta contenitori che abbiamo consegnato quello stesso giorno e che andranno ad alleviare la sofferenza di tanti bambini provati dal dramma della guerra.

Antonella, educatrice di 2a media

Tratto da “In Cordata” n. 114 di Aprile ’09

 

Mar. ’09: “Il Giovannino d’Oro” raccontato da Chiara

Sono Chiara Pioltelli e quest’ anno ho vinto la ventiduesima edizione del Giovannino d’ Oro per la categoria ragazzi. Mi è piaciuto molto partecipare a questa manifestazione perché mi sono sentita molto a mio agio con gli altri concorrenti: tutti ci siamo conosciuti meglio e abbiamo coltivato delle amicizie nuove! Ci siamo rassicurati gli uni con gli altri, sia prima dello spettacolo che dietro le quinte, e ci siamo detti: non è importante chi vince ma l’ importante è condividere la nostra amicizia e la nostra passione per la musica. A proposito di passione per la musica voglio dire che, anche se avete un po’ di paura ad iscrivervi, tirate fuori le unghie e convincetevi che dovete inseguire il vostro sogno… Proprio come ho fatto io!! L’ emozione di quando sono salita sul palco era fortissima e indescrivibile ma poi la paura mi è passata da sola ed ero contentissima: la gente mi applaudiva e sentivo che dentro di me c’ era una forza indescrivibile che mi rendeva la padrona assoluta del palco.
Anche la scelta della canzone è fondamentale: non abbiate paura di scegliere la canzone sbagliata… scegliete quella che piace a voi!! Selezionate le canzoni che vi piacciono di più e cercate di trovare il testo che più vi entusiasma o in cui vi rispecchiate di più nelle parole. Vi consiglio di partecipare a questa manifestazione per esprimervi al meglio e per stare in compagnia divertendosi. Al prossimo Giovannino d’Oro!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Chiara

Tratto da “In Cordata” n. 113 di Marzo ’09

 

Mar. ’09: Le Guide dell’oratorio raccontano la loro giornata con i “Barabba’s Clowns “

Barabba’s Clowns è il nome di un’associazione nata nel 1979 al Centro Salesiano di Arese, casa che accoglie i ragazzi in difficoltà per aiutarli a reintegrarsi dopo esperienze difficili come il carcere. Questa associazione organizza spettacoli divertenti e ed è specializzata in “consegne di sorrisi”.
Oltre che diffondere l’allegria, questi ragazzi hanno un altro scopo: il ricavato degli spettacoli viene utilizzato per dare un sostegno economico ai bambini poveri del Rwanda, permettendo loro di studiare.
Domenica 22 Febbraio i Barabba’s Clowns si sono esibiti nel teatro dell’oratorio di Oreno.
Noi guide abbiamo avuto modo di conoscerli durante il pranzo in oratorio che ci è stato proposto da loro stessi e abbiamo constatato che nonostante i loro precedenti sono dei ragazzi come noi, simpatici e con tanta voglia di crescere e divertirsi aiutando altre persone.
Nello spettacolo è stata molto usata la mimica,importante per imparare ad osservare attentamente con gli occhi e non solo ad ascoltare, azione che dovremmo saper attuare anche con le persone, per scoprirle davvero, superando ogni pregiudizio.
Questa giornata è stata molto significativa, non solo per il divertimento che è stato regalato a noi e ai bambini, ma anche perchè abbiamo imparato che le persone che spesso vengono additate come “poco di buono” in realtà hanno delle ottime qualità e hanno il diritto di avere una seconda possibilità nonostante abbiano commesso degli errori.

Le Guide

Tratto da “In Cordata” n. 113 di Marzo ’09